martedì 17 marzo 2015

Commento su: "La via dei simboli" di Antonino Saggio.

Viviamo in un periodo in cui l'architettura è tale in quanto plasmata da simboli.
Osservando un'opera architettonica contemporanea, possiamo comparare la pelle superficiale dell'edificio stesso, alla forma di un animale, di un onda, di una vela, di una saetta e così via.
Le interpretazioni possono essere moltissime. Ma sono solo interpretazioni legate ad un'epidermide, ossia ad una pelle che riveste l'edificio, ma che in realtà non ha alcun legame con l'edificio stesso, il suo progetto e il suo contesto?

L'architettura di oggi, non è più legata al funzionalismo, non è più una macchina secondo cui ogni edificio deve rispecchiare lo scopo per cui è stato progettato.
Questo passo in avanti ha permesso agli architetti di osare e andare oltre le regole del funzionalismo stesso, progettando un'architettura che fosse diversa.
Un'architettura che attraverso uno studio approfondito di un tema rispetto ad un altro, riuscisse a cambiare gli standard.
Ma cosa scaturisce dallo studio di questo "tema"?!
Scaturisce un'architettura intesa come simbolo, e plasmata dal simbolo stesso.
Non un'architettura in cui si vede solo una maschera diversa dagli standard dei primi anni del'900, per poi riscontrare una perfetta macchina all'interno, come è possibile notare nel Guggenheim Museum a Bilbao di Gehry. Ma un'architettura che viene modellata dal tema, dal simbolo, dalla metafora, assorbendo tutto il suo essere in ogni parte dell'opera: dalla struttura, agli spazi interni, ai materiali, agli involucri esterni...

Un esempio:
Magma- Arte e Congressi, Tenerife.
Magma, è il Palazzo dei congressi a sud-est dell'isola di Tenerife, inaugurato nel 2006 e progettato da Felipe Artengo Rufino, Fernando M. Menis, José M. Rodrìguez-Pastrana Malagòn, architetti canari.
L'edificio è composto da dodici blocchi monolitici di calcestruzzo dalle forme e aspetto primitivo, sovrastati da una copertura movimentata e frammentata.
Una continuazione con il paesaggio di Tenerife, isola appunto vulcanica, dove la presenza delle rocce magmatiche è ben evidente laddove l'uomo non ha messo mano.
All'uomo è rivolta la critica maggiore da parte degli architetti, in quanto vedono il Magma Arts come un simbolo di amore e guerra: amore per l'armonia che si crea con il contesto, guerra per l'ennesima manifestazione contro la natura provata dal turismo e dall'abusivismo edile.
Possiamo dare diverse interpretazioni osservando l'edificio.
Questi blocchi monolitici, si modellano con il disegno ondulatorio della copertura; disegno che può richiamare il vicino mare, che si scaglia sulle rocce, oppure può essere il simbolo della mano dell'uomo che grava sulla natura.
Forse nessuna delle due è un'interpretazione errata.
La cosa certa è una: Magma è il titolo dell'opera, ed il magma stesso sembra aver modellato, plasmato effettivamente questo edificio.
Qui vediamo come il ragionamento precedente entra perfettamente nel caso appena esaminato.

Negli spazi esterni che si frammentano come delle rocce vulcaniche, in quelli interni che si susseguono come se si stesse in una caverna rocciosa, nel principale materiale utilizzato ossia il cemento mescolato alla locale pietra "chasnera", nel nome che si attribuisce all'opera..., il magma, ovunque, assorbe l'essenza dell'edificio.




















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